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Giovanni Mascetti

Nota autobiografica

Nato a Inveruno (Mi) nel 1947, paese dove risiedo, ho iniziato giovanissimo a dipingere come autodidatta. Nell’ambito di una pittura figurativa ho conseguito riconoscimenti da parte di Gregorio Sciltian in una prima collettiva tenutasi nel 1965 a Inveruno. Negli anni ’70 la mia pittura si trasforma progressivamente facendosi più libera e appropriandosi via via di procedimenti (tecniche miste, collage, materiali poveri…) che attingono dalla pittura informale e materica, anche se permane sempre nell’opera una chiave di lettura figurativa. È di questo periodo la partecipazione a diverse collettive e premi (Premio Crespi di Busto Arsizio; collettive a Rho, Magenta, Desio).

All’inizio degli anni ’80 ho iniziato una ricerca personale nell’ambito della scultura privilegiando una figurazione antropomorfa, unitamente a tecniche di mia creazione atte ad un lavoro cauto e pensato (apporto di mastici vinilici su supporti preparati in ferro).

La coscienza delle odierne attività costruttive che pretendono di assumere il posto dell’arte (scientismo, tecnicismo, consumismo come ultimo ecc.), unitamente a tanta mistificazione, mi hanno portato ad una scultura che genera figurazioni ambigue e apparentemente convenzionali. Esse sono emblemi lucidi e levigati e anonimi come le pareti verticali e lucenti dei nuovi complessi post industriali.

L’oscuro” (3° premio “La Telaccia d’Oro 1989“) è un capostipite di questa popolazione vagamente surreale, una rivalsa inconscia che guarda al mito non di intonazione archeologica, ma come espressione di un lato arcaico e misterioso dell’uomo per nulla superato.

La presente nota fu scritta da Giovanni Mascetti nel 1989, un anno prima della morte.

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